Anche se, l’articolo, ha taglio giornalistico, chi ce lo invia sembra esserne il diretto interessato, ossia, il figlio della persona in questione.
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Torna alla ribalta della cronaca ternana la vicenda della salma di una povera donna scambiata al cimitero di Terni e cremata a posto di un’altra in quello di Perugia. È stata emessa, infatti, la sentenza dal Tribunale di Terni. Il giudice non riconosce il risarcimento (ne per figli, ne per il marito Renato, nel frattempo morto dal dolore) per il fatto accaduto.
“Ora”, scrive il figlio che vive in Romania, “mi resta solo di lottare per il ricorso, sono già trascorsi 4 anni”. Un nuovo accorato appello da Massimo Collemaggio,
il ternano 57enne che ha visto sparire, per un tragico errore, la salma della madre, Giuseppina Sisalli, dal cimitero di Terni per essere cremata a Perugia.
“Vivo da 19 anni in Romania a Brasov”, scrive Collemaggio, “dove gestisco una società di trasporto salme internazionale, ossia rientro deceduti italiani in patria; il colmo della beffa, del dolore, e della sfortuna. Sono infatti vittima di un caso assurdo consumatosi a Terni e dimenticato da 4 anni.
Il 9 marzo del 2007 in Ospedale a Terni, muore mia mamma; rientro in Italia, si svolgono i funerali, prima sorpresa:, dopo 5 anni che i miei genitori avevano pagato 2 fornetti al cimitero, ancora non erano stati costruiti ma non ci scandalizziamo e un classico della nostra società e di quello che avviene a Terni.
Ora inizia la storia: d’accordo con i responsabili del cimitero lasciamo la salma in custodia nella camera mortuaria (del cimitero) per 2/3 giorni in attesa di un loculo provvisorio, in attesa che vengano costruiti i nostri di propietà.
Dopo circa 30 ore, la salma di mia madre non cera più. Abbiamo chiamato i carabinieri e dopo le prime indagini sappiamo che una ditta di pompe funebri di Terni l’ha caricata, trasportata a Perugia e cremata, anche se io non credo cremata, ma liquefatta; anche la bara cioè, corredata di targhetta con nome, e internamente rivestita di zinco sigillata, (il corpo della mamma in una pentola a pressione, temperatura enorme senza fuoco ).
Uno choc tremendo per tutta la famiglia, potete immaginare. Il colmo raggiunge alti livelli se pensiamo che a caricare la mamma sull’auto funebre, essendo l’autista della ditta solo, li aiuta il custode, del cimitero.
Possibile che un amministratore cimiteriale lasci uscire una salma con documenti di un’altra? e che una ditta trasporti una salma con documenti di un’altra, che un crematorio bruci una salma con documenti di un’altra persona?.
E, la beffa ancora continua con la sentenza definitiva emessa dal tribunale. La legge e uguale per tutti? A chi porto io i fiori?” questi sono i fatti in riassunto, ma ci sono ancora 100 sfaccetature incredibili , per esempio che: alla cremazione di mia mamma, assistevano i figli dell’altra donna che voleva essere cremata, ecc ecc. Fiducioso che vi colpirà il dolore per una mamma, vi ringrazio.
MASSIMO massimocolle@yahoo.it
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